Canoa Gruppo Pagaia Azzurra – 27/28 Maggio 2023: Epica Discesa Sesto Calende – Pavia
È da anni che se ne parla e finalmente i Ciffonauti riescono ad organizzare nuovamente la tradizionale discesa Sesto Calende-Pavia. Dopo le prime difficoltà per una complessa organizzazione venerdì arriva la conferma: abbiamo trovato l’hotel, domani l’impresa si fa. I protagonisti sono undici: Alessandro Rognone, Alessandro Villa, Andrea Ramella, Paola Frediani, Alessandro Ghigi, Francesco Ravasio, Luigi Saccani, Mauro Benedetti, Mezio Boccalari, Niccolà Di Dio e Marco Roniolo.
“L’impresa” o come la chiama qualcuno la “pazzia”, parte da Sesto Calende e consiste nel percorrere tutto il Ticino dall’inizio del lago Maggiore fino a Pavia, in poche parole: due interi giorni a pagaiare!
Ore 10:30, dalla sede del Circolo Sestese di Canoa-Kayak vengono calati i kayak in acqua e si parte. Il primo tratto è tranquillo, proprio da gita turistica, dove ville milionarie si affacciano sull’acqua piatta del lago. Se fosse stata tutta così sarebbe stata proprio una bella pacchia, e invece, dopo solo 7 km arriva la prima fatica: primo trasbordo per superare la diga della Miorina. In realtà non è una vera e propria fatica è solo noia di dover superare a piedi con il kayak in spalla la diga. Altri 3 km e i nostri impavidi canoisti sono costretti ad un altro trasbordo, in questo caso però, si tratta di un trasbordo da fare in pulmino (obbligato, considerando il chilometro di trasbordo) per superare altre due dighe: Panperduto e Villoresi. Fatto il trasbordo niente e nessuno può fermare il gruppo capitanato da Sandrone, un vero “toro” della canoa, fosse per lui il gruppo non si sarebbe mai fermato, nemmeno per la notte e sarebbe andato direttamente a Pavia, o forse proseguendo verso il Po’ e l’Adriatico. Il primo tratto è stato decisamente divertente tratti tranquilli si sono alternati a tratti un po’ più agitati dove la tecnica insegnata nei corsi tenuti da Alevilla e Mauro è stata fondamentale per evitare di ribaltarsi, anche se purtroppo le rapide nascondono sempre qualche insidia come un tronco, visto da molto ma, molto vicino da qualcuno (per privacy evitiamo nomi) o come i sassi a fior d’acqua che hanno segnato indelebilmente qualche Kayak.
Dopo tanta fatica, finalmente alle 14:30 il pranzo, ma ahimè la triste scoperta, eravamo solo ad un terzo del percorso! Triste scoperta che in pochi minuti fa rimettere “in pista” tutto il gruppo, con la carica giusta per arrivare a Vigevano.
Il percorso scorre, d’altronde è tutto in discesa ma, la fatica è tanta, qualcuno è visibilmente affaticato ma, dopo 70 km (7ore e 30minuti di pagaiata quasi continuativa) i Ciffonauti arrivano a Vigevano, la tappa intermedia.
Sistemate le barche presso il Centro Canoe e Rafting AqQua di Vigevano, si deve andare in hotel, 2 km a piedi, è vero, la distanza non è molta, ma dopo un’intera giornata passata a pagaiare, dove si scopre di aver dolore a muscoli che nemmeno si pensava esistessero, camminare con lucidità senza addormentarsi sul ciglio della strada non è decisamente facile. Giunti in Hotel, dopo una doccia rigenerante gli 11 canoisti affamati scoprono che il ristorante prenotato aveva già chiuso la cucina (21.30, o_O), poco male, uno sguardo oltre la rotonda e si avvista un McDonald’s, tutti dentro! L’indomani si parte con una colazione abbondante e poi di nuovo in acqua. Nonostante la stanchezza di ieri, il gruppo corre veloce fino a Bereguardo dove c’è l’incontro con tutto il gruppo del CUS Pavia Canoe, tutti pronti per scendere insieme fino a Pavia.
La stanchezza dei 95 km viene totalmente surclassata dalla carica del secondo gruppo. Decisamente uno spettacolo per chi si affacciava sulle rive del Ticino: 40 kayak che si spostavano all’unisono colonizzandolo il fiume e colorandolo di rosso, giallo e blu (i colori delle imbarcazioni del CUS).
Chilometro dopo chilometro, albero dopo albero i nostri avventurieri si avvicinano a luoghi sempre più familiari. Superata infatti l’iconica “casa gialla” il passo (o meglio la pagaiata) è breve e i nostri ciffonauti fanno finalmente ritorno al “Capannone dei Campioni” dopo 113 km sul fiume azzurro.
É stata decisamente un’esperienza straordinaria, un’avventura nella natura all’interno del Parco del Ticino… insomma una di quelle cose che vanno raccontate ai nipoti. I ciffonauti la rifaranno?! Non è detto, è stato indubbiamente faticoso ma assolutamente unica nel suo genere; e soprattutto un’impresa, per essere tale, va fatta una sola volta nella vita, anche se qualcuno mormora già di una nuova discesa Verbania-Pavia.
Un ringraziamento va sicuramente a tutto il gruppo: a chi ha organizzato, a chi ha partecipato e a chi si é reso disponibile per il trasporto.
Mezio, Nico e Marco
Tutte le foto:
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