Rugby – Milo’ld: Venezia o La bellezza dei Milo’ld
Venezia e Pavia sono da sempre legate dalla tradizione della voga. Da oggi le lega anche la passione per il rugby (old). Era da tempo che la sognavamo, una trasferta lunga, nella quale stare insieme un paio di giorni, giocare a rugby e divertirci insieme. L’occasione è offerta da un torneo a Venezia che vede partecipi tre delle migliori formazioni venete. Giocare in Veneto – là dove i bambini a colazione mangiano pane e rugby – e confrontarsi con i migliori, sono già ottimi stimoli per andarci. A Venezia, poi, vivono, e giocano, due vecchi e indimenticati Milo’ld: Jorge (Xeneise) Centurion e il doc. Mauro Piantanida. Insomma, c’erano tutte le premesse per una trasferta memorabile da scrivere nella storia dei Milo’ld. E così è stato.
La prima partita è con i padroni di casa, i Kankari di Venezia e i Milo’ld la interpretano in maniera perfetta. I Serpenti entrano in campo concentrati e determinati, imponendo da subito il loro gioco: percussioni, sostegno e aperture; il tutto con una velocità che sorprende e spiazza gli avversari. Le mete le marcano Alessandro (Velociraptor) Alecci e Umberto (Umbo) Rota, ma questi son dettagli per gli almanacchi, perché è l’intera squadra a giocare bene, suscitando l’interesse e lo stupore degli astanti. Chi c’era avrebbe poi commentato: “Eravate bellissimi da guardare”.
Sarà forse per questo, perché attratto dalla nostra prestazione che, all’improvviso, si materializza lui: Pablo. Cileno, dicono. Lo si crede giocatore dei Veneziani, ma non è così. Al mattino era a Vienna, ha letto del torneo e ha deciso di venire a dare un occhio (così dice lui). Si è innamorato di noi. Sbucato da chissà dove, si propone come mediano di mischia e ci propone tattiche arditissime per affrontare le partite successive. Ci accompagnerà per tutta la giornata diventando subito amico intimo di Coach Misevich (potenza del rugby che unisce anche cileni e argentini) e amico di tutti noi. Per lo scrivente Pablo da oggi Milo’ld onorario a vita.
La seconda nemichevole la giochiamo con il Valpolicella. Sono atletici e muscolosi, sembrano divinità greche. Li guidano Apollo, all’apertura, e Atena in persona quale mediana. Lanciano all’attacco titanici piloni, creature mitologiche senza collo e dal peso specifico del piombo, che percuotono la mischia pavese come il martello di Efesto. Il secondo centro è un Ercole di cinquant’anni, potente come un tuono; la loro ala non ha due gambe, ma quattro zampe da centauro. Finisce quattro a zero per loro, ma non importa; i pavesi hanno affrontato atleti veri (si favoleggia che alcuni fossero giocatori di alto livello) e lo hanno fatto con il solito coraggio e con onore (dal Valpo le atre squadre del torneo hanno subito distacchi più pesanti, per dire).
Ma di questa partita si parlerà a lungo, nei secoli a venire, per quello che, per tutti noi, è diventato “Il Placcaggio” per antonomasia.
Siamo sotto, ma non demordiamo, riusciamo a far arrivare la palla al largo; l’estremo avversario è lontano, c’è sostegno e campo aperto, si può provare la meta. Ma le azioni degli uomini devono sempre fare i conti con la volontà degli dèi. E oggi Atena non vuole. Ha uno scatto bruciante, raggiunge il nostro che la guarda attonito, incantato, le gambe quasi paralizzate; lei lo abbranca prima con un braccio, poi sullo slancio con l’altro, gli si avvinghia, lo sbilancia, lo porta giù, addirittura fuori dalla linea di fondo. Placcato, inesorabilmente placcato e nel migliore dei modi, con palla agli avversari. Si sentono urla di giubilo e tutti gli uomini, di tutte le squadre presenti, in piedi a tributare onori alla dea. Quando saremo vecchi e stanchi e ci dondoleremo in una sedia di vimini, racconteremo ai nostri nipoti del Placcaggio, arricchendolo ancora, e ancora, di nuovi immaginifici dettagli. Perché così si tramandano le leggende.
Da ultimi affrontiamo i Ruggers Tarvisium. Sono espressione della Tarvisium, quelli “co a maja rossa”. Storia del rugby veneto (e del teatro; v. Album d’aprile, M. Paolini). La partita è equilibrata, con le due squadre che si affrontano a viso aperto senza esclusione di colpi nonostante la stanchezza. Vincono i trevigiani, di misura. Ma ormai è pomeriggio inoltrato, dopo tre partite urge idratarsi e integrare i sali minerali.
Il miglior premio sono complimenti degli avversari alla fine del torneo: “Eravate bellissimi” (grazie Jorge) “Bravi siete proprio una bella squadra; giochiamo ancora insieme?” (Ruggers).
Quelli che un tempo erano i brutti anatroccoli dei tornei ora sono piccoli cigni.
Un commento a parte merita il terzo tempo. Come l’ospitalità ricevuta, letteralmente magnifici e indimenticabili, con gran copia e varietà di libagioni e bevande a varia gradazione alcolica. Sì, i veneziani ci sanno proprio fare. Grazie davvero di tutto, ragazzi. A presto rivedervi.
Cose che hanno brillato
I rebus veneti.
Lo stoicismo di Andrea – Mdm – Rossin: affronta il mal di mare, gli avversari e poi ritorna ancora in mare per stare con i compagni di squadra: eroico.
Il fatalismo bizantino del Baffo.
I Milo’ld on tour nella notte Veneziana.
La visita guidata di Jorge a scoprire angoli e aneddoti veneziani sconosciuti ai più.
Tabellino
Milo’ld Pavia – Kankari Venezia: 2 – 1 (marcatori: Alecci – Rota)
Milo’ld Pavia – Old Rugby Valpolicella: 0 – 4
Milo’ld – Ruggers Tarvisium: 0 -1
Milo’ld Rugby Pavia
All.: Fernando Ezequiel Misevich
Assistant coaches: Alessandro Maderna e Lidia Acquaotta
M.V.P.: Simone Merli
Giocatori: Alecci Alessandro, Tagliaferri Federico, Bosio Daniele, Principato Nicodemo, Merli Simone, Misevich Fernando Ezequiel, Ciripicchi Meloni Luca, Pasquarelli Marco, Rota Umberto, Falsanisi Massimo, Farina Silvia, Gioia Alessandro, Rossin Andrea, Piergrossi Francesco, Ventura Ivan.