Stura di Demonte, corso di due giorni in acqua mossa
Dopo le lezioni in Ticino e in Trebbia, ecco finalmente l’occasione per dedicare un intero weekend all’acqua mossa. Il torrente scelto dai nostri istruttori è la Stura di Demonte, un bel torrente, facile e veloce, con difficoltà di 2° grado e qualche passaggio di 3°, adatto anche ai canoisti meno esperti.
Ritrovo alle 7 di sabato 29 giugno al capannone. Alle 7 meno 5, Violo, AleVilla e Marco “Albert1” mi prelevano alla Minerva. Arrivati al parcheggio del CUS, Andrea, Alessandro, con le rispettive Paole, sono già pronti a caricare. Completano la brigata dei ciffo-principianti d’acqua mossa: Laura, Luigi e Massimo. Fatta la conta di pagaie, paraspruzzi, giubbotti e caschetti, carichiamo le canoe e alle 7.30 siamo pronti per la partenza. Chiudono la carovana Gianna e Antonio, con a bordo Sonia e Monica. Per loro niente canoe, hanno in programma una discesa in raft. Ci raggiunge Diego e via verso la nostra meta, lo Stiera Village di Gaiola (CN).. Alle 11:30 arriviamo a destinazione, perfettamente in orario e sincronizzati con “Schultz”, di Pagaia Rossa, esperto soccorritore fluviale, che ci farà da capo istruttore per le tecniche di sicurezza e soccorso. Con lui Ceci e l’atletico Pluto.
Mauri, arrivato il giorno prima con Gianna e l’inseparabile Nijala, ci accoglie con un sorriso e dopo un aperitivino, almeno quello ci vuole, visto che è mezzogiorno, siamo pronti ad apprendere da Schultz le basi teoriche della sicurezza in fiume, condite con le prime raccomandazioni: 1) coscienza del proprio stato psico-fisico (con già due bicchieri di rosato fresco in corpo iniziamo bene); 2) coscienza delle proprie capacità (tranqui, ho fatto il corso di eskimo in piscina…); 3) attrezzatura e vestiario adeguati (li ho, mi hanno anche affidato la Tuna, un transatlantico); 4) saper “leggere” il fiume, soprattutto saper vedere le “morte” (… il problema sarà prenderle!), 5) riconoscere ed evitare i pericoli del fiume (in un colino mi sono già infilato due anni fa, sempre qui sulla Stura, per cui conosco il mio nemico). Alla parte teorica segue un po’ di pratica “a secco”, ovvero imparare/ripassare le tecniche corrette per lanciare la corda a un pericolante, tecniche che più tardi e l’indomani dovremo tutti mettere in atto in rapida.
Finita la seconda parte, il termometro segna 35 gradi all’ombra, non vediamo l’ora di scendere quello stupendo fiume assieme ai nostri compagni d’avventura. Dopo qualche minuto di riscaldamento siamo pronti: un paio di belle pagaiate, entrata in corrente, traghetto e via a prendere la prima morta… facile! Specialmente se esegui alla lettera quello che Mauri, Violo e il Conca ti hanno insegnato durante il corso.
Uno dietro l’altro, con Violo capofila, Schultz in mezzo al gruppo e Diego a fare da “scopa”, lasciamo sulla sinistra l’infame colino che mi prese due anni fa (primo pericolo scampato). Ma meglio mantenere l’attenzione al giusto “livello”, qui, a differenza del Ticino, ci sono i sassoni, e a quelli non siamo abituati… per cui, vederli ma non guardarli! Poche decine di metri più a valle inizia la prima rapida, con un passaggio di terzo, e il fatto che si trovi sotto un ponte la rende particolarmente suggestiva… Man mano che ci avviciniamo la corrente si fa più veloce, il rumore più forte, le onde più alte e in un attimo ti trovi la punta della canoa che ti sobbalza davanti, il cuore in gola e secchiate d’acqua in faccia che ti fanno trattenere il respiro… la prima rapida della giornata ha sempre un sapore particolare. Appena dopo il ponte l’acqua si placa, dando modo a tutto il gruppo di ricompattarsi. Grandi sorrisi, pollici in su e pacche sulle spalle… per ora nessuno a bagno, ma è solo l’inizio! La rapida è il posto giusto per applicare le tecniche di nuoto in posizione di sicurezza e di lancio della corda apprese prima così scendiamo dalle barche e a turno vestiamo i panni del pericolante e del soccorritore. AleVilla si tuffa con ben tre di noi a fare da sicura. Prima corda: corta, seconda corda: troppo a monte, terza corda: Luigi la lancia per intero dimenticandosi di tenere almeno un capo in mano… morale: bagnone di Ale, ripescato dal Violo qualche decina di metri più a valle, e una corda persa! Per fortuna agli altri va un po’ meglio, anche se a volte non si capisce chi salva chi. Riprendiamo la discesa, e a ogni rapida o entrata in morta non mancano le occasioni per farsi qualche bagnetto… volontario, logicamente. E’ per tutti il momento di fermarsi un attimo, anche perché stanno arrivando “a bomba” i nostri amici in raft… li troveremo poi a farsi un tuffo dove il fiume si allarga fino a di ventare un lago. Dopo oltre tre ore, eccoci allo sbarco, appena prima dell’impraticabile a sfioro della diga. È stato bellissimo, ma ora vogliamo solo fare una doccia calda e mettere i piedi sotto una bella tavolata.
Domenica sveglia presto, colazione, e giù di nuovo in fiume, che però oggi si presenta diverso (nella notte hanno svuotato il lago a valle e aperto la diga a monte), il livello si è alzato e corre più di ieri. Stavolta scende con noi anche Mauri, almeno per il primo pezzo, fino alla rapida del ponte, dove approfondiamo le tecniche di salvataggio con soccorritore legato, nuoto “a elica”… e trenino di pericolanti. Poi di nuovo in sella alle canoe, a giocare controcorrente. Tra un traghetto e l’altro, (forse) mi avvicino un po’ troppo al ritorno principale della rapida, ed ecco arrivare anche per me l’occasione di stare un po’ testa in giù: botta di … reni e mi rigiro (grazie corso di eskimo!), il tutto filmato da Mauri in veste di videoreporter, cosa volere di più! La discesa continua, sicuramente più movimentata del giorno prima, e si sa’, quando ci si diverte il tempo vola e in poco siamo già al lago. Ultimo momento conviviale, organizzato con gli avanzi dall’aperitivo del giorno pima, e siamo pronti per il ritorno (per fortuna stavolta non devo guidare). Un finesettimana da ricordare e mi raccomando, se vi trovaste per caso a mollo in mezzo un torrente… niente panico, posizione di sicurezza, occhi aperti e orecchie drizzate… ci sarà un ciffonauta a gridarvi “Cordaaaa!”
Puoi visionare le foto collegandoti a www.ciffonauti.org
Mauro